Con la doppia disfatta a “singolar tenzone”
si chiuse l’ epopea del vecchio sporcaccione
che fin da quando mise piede su quell’ atollo
si dimostrò maligno, falso fino al midollo,
arrivando ad un infimo livello di bassezze:
attribuire agli altri le proprie nefandezze!
Ne abbiamo conosciuta assai di gente finta
ma lui a mani basse quella gara l’ ha vinta,
nessuno riuscirà a intaccargli il primato
per tutte la fandonie che il vile ha raccontato.
Fu la gran cattiveria sua cifra distintiva,
la sua condotta pessima, ignobile e lesiva.
Vederti tesser trame fu il peggior degli inferni
caro predicatore, santone a giorni alterni.
Ti ergesti a capopopolo, a guru, a moralista,
dei costumi pudichi il più grande attivista.
Dicesti: “Cambio vita. Sarà la mia conquista!”
E intanto passeggiavi col “boa” in bella vista!
Del resto cosa mai aspettarsi di più
da uno che ragiona dalla cintola in giù?
Il suo unico cruccio, anzichè la follia,
era di avere perso lì, in basso, vigoria.
E non l’ ha mai capito l’ indomito anzianotto:
gli difetta in cervello quel che gli abbonda sotto!
Suo modus operandi, da subito evidente,
fu quello di accusare e screditar la gente.
Salvo poi ritrattare, ipocrita ed odioso,
se qualcuno smetteva d’ esser “pericoloso”.
Complimenti vivissimi pure alla produzione
che gli appoggiava appieno la farneticazione.
Subdolo e velenoso lui agiva alla svelta,
feroce si accaniva sulla preda prescelta.
Sua prima “illustre” vittima il filosofo mancato
a cui, senza pietà, nulla fu risparmiato:
gli diede dell’ “isterica”, del finto, dell’ inetto
e qualche giorno dopo andavano a braccetto.
Lusinghe, baci e plausi come se niente fosse
e lodi sperticate, quasi a tratti commosse.
Un cambio di vedute per nulla sorprendente:
quando si è infami uguale, ci s’ intende in un niente!
L’ altro su cui scagliò la sua bieca invettiva,
la sua rabbia repressa, la carica aggressiva
fu il buon Andrea: lo odiava pure quando dormiva!
Gli diceva “cadavere” se quello deperiva.
“Se piglio la tua roba io te la butto al fuoco”
arrivò pure a dirgli quell’ essere dappoco.
Con gli occhi dardeggianti e irato fino all’ osso
per poco non gli ha messo pure le mani addosso.
Poi toccò all’ attor giovane: “Tu, figlio del demonio,
non stai santificando per bene il matrimonio!
E poi non hai emozioni e questo è un fatto strano,
io te lo dico chiaro, per me tu non sei umano!”
E di bugie e menzogne nutriva la manfrina
con l’ avallo dell’ altra, l’ amica marocchina.
Quella che “zitta, basta”, quella che “il riso è mio”,
di sopportarla un mese abbiam scontato il fio.
Alfine il vecchio stolto, il sedicente attore,
le pagò tutte quante e uscì con disonore.
Perchè l’ ultima preda gli fu, ahilui, fatale
ne mise in evidenza l’ ipocrisia abissale.
Si scagliò contro il sardo con astio immotivato
quando capì che era il naufrago più amato.
Gli disse: “Sei stratega, un grande giocatore”
perchè lo divoravano l’ invidia ed il livore.
“Sei tu che tutto calcoli, tu che tutto piloti”
disse a chi s’ è accollato cinquanta televoti!
“Non hai mai fatto niente, qui non hai lavorato”,
lo redarguiva il folle col suo fare sdegnato.
Invece tu che hai fatto? Quello a cui sei più avvezzo:
andare in giro nudo ad esibir l’ “attrezzo”!
Il suo percorso è stato corretto e lineare,
del tuo tu ti dovresti soltanto vergognare.
E più tu gli mettevi tra le ruote i bastoni,
più Vale diventava un re da tre milioni!
Perchè non hai pensato, mossa sconsiderata,
che lui è sostenuto da un’ imponente Armata
che ha provveduto, lieta, a calmarti i bollori:
non una ma due volte ti abbiam sbattuto fuori!
Sei una tristezza d’ uomo, una brutta persona,
a quelli come te l’ Armata non perdona!
Il sardo ti ha beffato due volte, non ti basta?
Ti ha dimostrato, fiero, che in tutto ti sovrasta.
E pure di non vincere può permettersi il lusso
perchè resta comunque miglior naufrago indiscusso!
Anche senza trofeo rimane il mattatore,
tu prostrati ed inchinati al vero vincitore!
Adesso che farai, sconfitto ed umiliato,
possiam sperar che torni nel tuo “mondo dorato”?
Ai tuoi filmetti in cui pare che la tua faccia
non si palesi mai, non se ne trova traccia.
Attore sei di calibro, espressivo da paura
peccato solamente sempre sotto la cintura,
ti sei adeguato all’ unica, misera inquadratura:
primi piani e campi lunghi tutti sull’ “attrezzatura”.
Nonostante l’ impegno e l’ indefesso zelo
quest’ anno il Premio Oscar l’ hai mancato per un pelo.
Però tu non abbatterti, ritenta, aspetta e spera
magari, presto o tardi, te lo danno “alla carriera”.
In quanto a noi unanime e forte è la speranza:
non vogliamo incontrarti mai più, manco in vacanza.
E non vogliamo avere notizie, neanche vaghe,
quando ritornerai a toglierti le braghe.
Anzi se alle amorevoli cure nostre ti affidi,
ti mostriamo la via: và a fa’ ‘nguru in altri lidi!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.